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Dalla scuola media all’apprendistato

4 novembre 2011

La formazione professionale mi sta particolarmen­te a cuore e l’asso­ciazione che rap­presento vi si è pro­digata in modo oserei dire ottima­le, considerandola sempre una priori­tà. Proprio lunedì scorso, in qualità di presidente della So­cietà svizzera impresari costruttori Se­zione Ticino, ho avuto il piacere e l’ono­re di inaugurare ufficialmente il nuovo padiglione ARCA, che aumenta del 50% la disponibilità precedente, ulteriore tas­sello ragguardevole aggiunto al già ric­co mosaico di infrastrutture dedicate al­la formazione professionale. L’istruzio­ne e la formazione svolgono un ruolo fon­damentale nelle nostre moderne econo­mie in quanto garantiscono crescita e creano occupazione, fornendo una ma­nodopera qualificata, flessibile e aggior­nata; sono il passaporto indispensabile per chi intende accedere all’impegnati­va realtà del lavoro.
Il mio interesse è particolarmente pro­iettato sulla scuola media in quanto, presso il nostro centro di Gordola, ci oc­cupiamo della formazione di giovani che iniziano il percorso dell’apprendi­stato, appunto, dopo la scuola media.
Sappiamo tutti che ogni adolescente ha una sua individualità (risultato dell’ere­ditarietà, delle esperienze di vita e del­l’influenza del contesto familiare e di quello ambientale) che suggerisce aspi­razioni e determina modi e ritmi di ap­prendimento differenziati. La scuola me­dia sembra avere difficoltà ad avvertire e rispettare queste esigenze eterogenee e promuove piuttosto una innaturale omogeneizzazione dei vari potenziali, che è possibile valorizzare unicamente ricorrendo ad approcci diversificati.
Gli ultimi anni della scuola dell’obbligo dovrebbero rappresentare una sorta di laboratorio di preparazione al futuro che potenzi le diverse mentalità, rispet­tando il valore di ciascuna, per propor­re ad ognuna di esse il percorso adegua­to che favorisca, stimoli e metta in risal­to le naturali potenzialità. La scuola me­dia dovrebbe avere il compito di intuire qual è la strada da seguire, per impedi­re che si insinui la mortificazione dell’as­senza di stimoli, che incoraggia la de­motivazione e la sfiducia, portando ver­so scelte non convinte, sbagliate o verso non-scelte. Dovrebbe quindi prevedere percorsi formativi che favoriscano da subito lo sviluppo diversificato degli sva­riati talenti, e quindi offrire proficui e differenti itinerari d’apprendimento che forniscano gli strumenti adatti a soddi­sfare le molteplici esigenze che la socie­tà attuale impone. I ragazzi che, per ido­neità e vocazione, scelgono di iscriversi ai licei o ad altre scuole medio-superio­ri, in genere, sono già motivati; i giova­ni che, per attitudine e abilità, predili­gono l’attività pratica devono poter tro­vare, già a livello di scuola media, pro­grammi di formazione mirati, capaci di indirizzarli in modo maturo e gratifi­cante verso una professione.
La mia impressione è che l’interesse per le professioni che la scuola media è ca­pace di trasferire ai giovani e alle fami­glie sia insufficiente, inferiore a quanto esse meritano. Nel caso specifico del set­tore della costruzione, non dà l’adegua­ta considerazione alla serietà della for­mazione di base, alle ottime possibilità di occupazione, di carriera e quindi di crescita personale, professionale ed eco­nomica che l’edilizia garantisce; e di ciò mi rammarico. Per questo motivo la SSIC TI ha deciso di darle una mano nel suo importante compito di orientamen­to, attivando una campagna di sensi­bilizzazione in questa direzione, a mez­zo stampa e televisione.
Ritengo sia tempo che la scuola media obbligatoria ticinese non assolva più so­lo il ruolo di dispensatore di cultura di base, ma assuma e svolga anche l’altra sua fondamentale funzione: quella di ponte verso le attività professionali, al fine di inserire convenientemente tutte le nuove generazioni in una società sem­pre più inquieta, complessa ed esigente.

Articolo Corriere del Ticino, 23 marzo 2011
di Cleto Muttoni – candidato del PPD al Gran Consiglio

Posted in Orientamento scolastico e professionale, Rapporto tra scuola e società | Tagged allievo, educazione, formazione, genitore, insegnamento, istituzione, rapporto, scuola, società, studente | Lascia una Risposta

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