Nei 16 anni in cui ebbi l’opportunità di far parte della Commissione scolastica del Gran Consiglio ticinese ho condiviso tutti gli accorgimenti destinati a favorire l’aggiornamento dei docenti. Anche se ora non faccio più parte del Parlamento cantonale, esprimo compiacimento per l’iniziativa parlamentare presentata nel marzo 2009, con la quale il deputato Raoul Ghisletta, assieme ad altre colleghe e colleghi, chiede di modificare la Legge sull’aggiornamento dei docenti allo scopo di creare un fondo che, finanziato dal Cantone e dai Comuni, rimborsi i costi di formazione continua dei docenti cantonali e comunali, nonché i costi di supplenza dei docenti cantonali e comunali in formazione. Non sono al corrente del percorso parlamentare finora compiuto dalla proposta, ma mi auguro che in un modo o nell’altro contribuisca quanto prima alla finalità che si prefigge, ovvero quella di favorire la formazione continua dei docenti cantonali e comunali. I costi a diretto carico del docente, come quelli che comporta la supplenza per docenti in formazione, rappresentano indubbiamente un ostacolo che il fondo potrebbe almeno in parte rimuovere. Nel 2002 i deputati Giorgio Salvadè e Renato Ricciardi avevano presentato a loro volta un’iniziativa che postulava il rimborso spese per l’autoaggiornamento dei docenti. Per chi come me non è docente, viene spontaneo chiedersi cosa si debba intendere per formazione continua dei docenti. La relativa legge cantonale lo spiega bene: «L’aggiornamento è predisposto ad accrescere le capacità professionali dei docenti e, conseguentemente, a migliorare la qualità della scuola». Quindi, accrescimento e aggiornamento del sapere specifico proprio alla materia insegnata, adeguamento all’approccio didattico, sostegno nel delicato ruolo del docente nell’accompagnare la crescita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani. La legge assegna al Cantone un ruolo importante nel promuovere l’aggiornamento, ruolo che la modifica legislativa introdotta nel 2009 amplia attraverso l’attribuzione di «mandati al Dipartimento della SUPSI che integra l’Alta scuola pedagogica, all’Istituto universitario federale per la formazione professionale o ad altri enti o istituti di formazione». In sede di preventivo, il Gran Consiglio decide annualmente il credito destinato a finanziare l’aggiornamento dei docenti. Al momento il contributo per corsi obbligatori e facoltativi si colloca poco sotto il milione di franchi l’anno. Per esperienze personali vissute coordinando gruppi di lavoro, all’interno del Partito liberale radicale, chiamati a fornire pareri su novità legislative concernenti la scuola, posso testimoniare del grande interesse dei docenti riguardo alla loro formazione permanente, anzitutto intesa come impegno individuale che va oltre le occasioni predisposte allo scopo. Ci sono docenti che, in proprio o in gruppi, usano i periodi di chiusura delle scuole per abbinare soggiorni di vacanza con corsi di formazione, mentre altri chiedono congedi di formazione. I «risparmi» introdotti dall’ente pubblico e le conseguenze della crisi economica, hanno in parte frenato il ricorso a tali opportunità. La società di oggi è complessa e mutevole. Di conseguenza la formazione continua è bisogno che tocca ogni tipo di attività e ogni persona, al di là della professione che esercita. Alla scuola di ogni ordine e grado si assegna una funzione fondamentale e delicata nell’istruire, nel formare, nel preparare alla cittadinanza attiva. La formazione continua dei docenti assume in simile contesto una dimensione determinante, in quanto li asseconda nel recepire e nell’interpretare i rapidi processi che marcano il cammino dell’odierna società. Se la formazione continua dei docenti viene riconosciuta quale criterio indispensabile per mantenere alta la qualità della nostra scuola, allora si devono predisporre tutti gli strumenti necessari per favorirla, compresi quelli di sostegno finanziario.
Articolo nel Corriere del Ticino
del 3 novembre 2010
di Abbondio Adobati, già deputato del Gran Consiglio