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Cominciamo a lavorare sul serio per la scuola pubblica

5 maggio 2010

In risposta allo scritto del signor Francesco Vanetta, capo dell’Ufficio insegnamento medio, che esprime disappunto, delusione e rabbia dopo aver letto il mio articolo sulla scuola me­dia ticinese, mi permetto puntualizzare quanto segue. Anzitutto premetto che la mia critica si basa su dati oggettivi che ho raccolto negli ultimi tre anni di lavoro a stretto contatto con famiglie e allievi che la pensano in modo totalmente diverso dal signor Vanetta. In secondo luogo il mio articolo aveva lo scopo di smuovere l’immobilismo che regna a proposito dello stato della nostra scuola. Non capisco peraltro la ragione di questa delusione e tutta la rabbia del signor Vanetta davanti a chi, semplicemente, cerca di promuovere il miglioramento dello scenario che abbiamo davanti agli occhi e le cui lacune mi sembrerebbe ridondante e vano ricordare ancora in questa sede. Nel mio articolo, poi, non ho attaccato nessuno, ma, semplicemente, riferito che, quando interpellati, tutti si chiamano fuori, tutti sono esenti da responsabilità, dimenticandosi che coloro che stanno a guardare questo siparietto sono i nostri ragazzi, i quali devono subire il peso di una scuola che deve ancora risolvere moltissimi problemi al suo interno: o allora Vanetta pensa che gli allievi e i genitori possano esprimere liberamente il loro dissenso e disappunto senza timore o remore? E non lo coglie il sospetto che magari qualcuno non lo abbia già fatto? Allora mi deve spiegare perché, dopo il mio scritto, ho ricevuto una valanga di lettere che mi invitavano a fare qualcosa per smuovere questo rumorosissimo silenzio e questo immobilismo paralizzante.

Per quanto riguarda i dati e le molteplici pubblicazioni prodotte, sono d’accordo con il signor Vanetta: peccato però che questo non ha modificato in nulla il vissuto e la realtà quotidiana dei nostri studenti. D’altra parte i docenti – come ho riferito nel mio articolo – vanno aiutati ed affiancati. Non sono certo io a criticarli né ora né mai e, ancora meno, ne ho delegittimato la professionalità: sarebbe bastato leggere senza pregiudizi e paraocchi il mio articolo per rendersene conto.
Infine, riguardo i momenti istituzionali dati ai genitori per esprimersi, ebbene, forse il signor Vanetta non sa quanto fatto dal sottoscritto per favorire e sviluppare questi momenti e come può essere frustrante venire considerati corpi estranei, mal tollerati e sopportati; laddove un accenno di dialogo vi è stato, questo è avvenuto a senso unico: la ripetizione ad oltranza del fatto che tutto va bene, tutto è nella norma e che i genitori non devono preoccuparsi.
Constato, per concludere, che Vanetta se la prende con il mio essere psicanalista e mi dà alcune dritte su come dovrei operare in quanto tale. Su questo punto lascio al lettore il giudizio e non mi esprimo. Un ultimo appunto riguarda il mio essere persona di dialogo, aperta e disponibile al confronto con tutti: spero vivamente che questo scambio di opinioni con preluda a un vero e proprio dialogo costruttivo interno alla scuola e non, invece, ancora ad interventi rabbiosi e risentiti che non fanno altro che gettare fumo negli occhi nonché allontanare e demotivare chi per la scuola e il futuro dei nostri giovani è disposto anche ad esporsi, come ho fatto con il mio scritto del 23 aprile. Un grazie ancora a Vanetta per l’occasione datami e un invito a un incontro a quattr’occhi con lui e con tutti coloro che sono interessati ad affrontare senza polemiche, ripicche e dietrologie i problemi della nostra scuola ed il futuro dei nostri figli. Forse la portata di questo nobile obiettivo vale il costo effimero di una qualche arrabbiatura se, poi, ci si ritrova a discutere senza pregiudizi e schieramenti preconcetti estranei al bene dei nostri ragazzi. Che si colga allora quest’occasione e la mano tesa.

Articolo nel Corriere del Ticino
del 05.05.2010
di Orlando Del Don, dr. med. psicanalista

Posted in La qualità dell'insegnamento / apprendimento, Progetti, Rapporto tra scuola e società | Tagged allievo, educazione, formazione, genitore, insegnamento, istituzione, rapporto, scuola, società, studente | Lascia una Risposta

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